NDE di 696 A.D. 10091
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Descrizione
dell'esperienza:
Dagli archivi della
Christian Classics Etheric Library (CCEL). Che risorsa straordinaria! http://www.ccel.org/b/bede/history/htm/ix.xi.htm#ix.xi
Grazie a
Joan Carles Vidal per averlo
portato alla nostra attenzione.
Nota
sul sito della CCEL:
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DESCRIZIONE DELL'ESPERIENZA:
Il racconto narra di una persona proveniente
dalla Northumbria,
che risorse dai morti e raccont
molte cose che aveva visto, alcune delle quali molto temute, altre grandemente
desiderate.
“Dopo aver proseguito il cammino, mentre io provavo ancora
un profondo sgomento per quella scena che incuteva terrore, improvvisamente,
vidi un luogo proprio di fronte a me che lentamente diventava sempre più
scuro e dal quale si intravedevano delle ombre. Una volta
entrati, le ombre diventarono così
spesse che io non riuscivo a vedere più
nulla, tranne l'oscurità
e la forma dell'abito di colui che mi
conduceva.
Mentre camminavamo in quel luogo
“avvolti da ombre come in una notte solitaria”, Oh! Improvvisamente apparvero davanti a noi enormi
lingue di fuoco sempre più
grandi, che uscivano da un enorme abisso, ricadendovi subito dopo.
Dopo aver proseguito ancora per un po',
improvvisamente la mia guida svanì
lasciandomi da solo in mezzo a quell’oscurità
e a quelle scene che incutevano timore. Nel mezzo di quelle fiamme che senza
interruzione fuoriuscivano da quell'abisso per poi ritornarvi, percepii che
sulla punta di quelle fiamme che salivano verso l'alto si potevano scorgere
delle anime di uomini che, come scintille che volano verso l'alto insieme al
fumo, venivano gettate in alto per poi ritornare nelle profondità
dell'abisso quando le fiamme recedevano.
Inoltre, un fetore inimmaginabile usciva da
quei vapori riempiendo tutto quello spazio avvolto nell'oscurità. Essendo rimasto in quel luogo per molto
tempo pieno di timore e non sapendo che cosa fare, da quale parte andare o che
cosa mi attendeva, improvvisamente udii dietro di me un forte rumore come di un
lamento miserevole e, nel contempo, di risata fragorosa, come se una rozza
moltitudine insultasse dei nemici catturati.
Quando quel rumore diminuì
di intensità, vidi una moltitudine di spiriti malvagi che, esultando e
ridendo, trascinavano nell’oscurità
cinque anime di uomini che si lamentavano e che gridavano.
Fra quelle anime, per quanto riuscii a
discernere, ve ne era uno con una tonsura da monaco, un laico e una donna. Gli
spiriti malvagi che li avevano trascinati ritornarono nel profondo dell’abisso di fuoco, e mentre scendevano sempre
più
in profondità, io non riuscivo più
a distinguere tra i lamenti degli uomini e le risa degli
spiriti, anche se sentivo ancora un suono confuso.
Nel frattempo, alcuni di quegli spiriti
erano ritornati dall’abisso fiammeggiante e, correndo verso di me e
circondandomi da tutte le parti, con i loro occhi fiammeggianti e le fiamme che
uscivano dalle loro bocche e dalle loro narici, cercavano di soffocarmi,
minacciandomi di afferrarmi con gli artigli che avevano sulle mani: tuttavia,
non osavano toccarmi, sebbene cercassero di terrorizzarmi.
Essendo così
circondato da tutte le parti da nemici e da ombre oscure,
cercai di guardarmi intorno per vedere se ci fosse qualcuno che potesse venire
in mio aiuto, così
da salvarmi.
Ad un certo punto, dietro di me apparve una
luce luminosa come di stella in mezzo all’oscurità
che mi si avvicinava rapidamente, diventando sempre più
brillante. Quando mi fu molto vicina tutti quegli spiriti
malvagi, che avevano cercato di trascinarmi via con i loro artigli, si
dispersero fuggendo.
Colui che li aveva fatti fuggire era lo
stesso che mi aveva fatto da guida. Uscendo dall’oscurità, e voltandosi verso destra, iniziò
a portarmi verso una luce che era come il sole d’inverno, fino a giungere in un luogo pieno
di luce.
Mentre eravamo diretti verso quel luogo,
vidi un muro enorme davanti a noi che, sia per lunghezza che per larghezza,
sembrava essere infinito. Allora iniziai a chiedermi perché
stavamo andando verso quel muro nel quale non si vedevano
né
porte, né
finestre, né
alcun altro tipo di ingresso. Ma quando arrivammo al muro, e senza che me ne
rendessi conto, ci ritrovammo proprio in cima e, con mia meraviglia, vidi una
pianura sconfinata e meravigliosa piena di fragranze di fiori appena sbocciati,
il cui profumo intenso fece svanire di colpo quel fetore proveniente dall’abisso che aveva riempito le mie narici.
Così
grande era la luce in questo luogo che sembrava molto
superiore alla luce del giorno o ai raggi del sole di mezzogiorno. In questo
luogo si vedeva una moltitudine di gruppi di persone tutte vestite di bianco
dalle quali traspariva una grande gioia.
Mentre la mia guida mi conduceva verso
queste persone, iniziai a pensare che forse mi trovavo in Paradiso, del quale
avevo spesso sentito parlare.
La mia guida
rispose ai miei pensieri dicendo:
“No, questo non
è
il Paradiso a cui tu credi”.
Dopo aver oltrepassato questo luogo di
spiriti benedetti, vidi davanti a me una luce molto più
intensa della precedente, e mi giunsero dolci suoni di
canti, e una meravigliosa fragranza era diffusa dappertutto, così
intensa che quella che avevo percepito poco prima mi sembrò
poca cosa. In più, anche quell'immensa distesa di fiori
profumati, se comparati a quelli che avevo visto prima, mi sembrò
poca cosa. Quando iniziai a sperare che saremmo entrati in
questo luogo meraviglioso, la mia guida, improvvisamente si fermò
e, voltandosi, mi ricondusse indietro.
Mentre ritornavamo e giunti nel luogo dove
si trovavano gli spiriti gioiosi vestiti di bianco, la mia guida mi disse:
“Sai che cosa sono tutte le cose che hai
visto?”. Io risposi:
“No”, e lui continuò
dicendo:
“Quella valle dove hai visto quelle terribili fiamme di
fuoco e gelo glaciale,
è
il luogo in cui si trovano le anime di coloro che furono giudicati e puniti ma
ritardarono di pentirsi e di fare ammenda dei loro crimini; pentendosi solo in
punto di morte, hanno lasciato il loro corpo; dato che si sono pentiti, saranno
ammessi in Paradiso nel giorno del giudizio. Molti di essi vengono soccorsi
prima del giorno del giudizio per mezzo di preghiere, di offerte e di diguini di
coloro che vivono sulla terra, ma specialmente per le Messe celebrate in loro suffragio.
Inoltre, quell’abisso che hai visto
è
la bocca dell’Inferno nel quale cadono coloro che non
avranno mai accesso all’eternità
beata.
Questo luogo fiorito nel quale hai visto
gruppi di persone vestite di bianco e gioiosamente riunite
è
quello nel quale vengono ammesse le anime di coloro che
hanno lasciato il corpo avendo compiuto buone azioni, ma che non meritano ancora
di essere ammesse in Paradiso; tuttavia tutte, nel giorno del giudizio, vedranno
Cristo, ed entreranno nella gioia del suo regno; quelle anime, invece, perfette
in ogni loro parola, opera e pensiero durante la loro vita, non appena lasciano
il corpo, vengono ammesse direttamente in Paradiso che
è
nelle vicinanze di quel luogo dove hai sentito quei suoni
dolci di canto insieme a quella fragranza e a quella luce molto intensa.
Quanto a te, devi ora ritornare nel tuo
corpo, e vivere tra gli uomini, e se cercherai di esaminare attentamente tutte
le tue azioni e conserverai il tuo modo di vivere e le tue parole in giustizia e
semplicità, quando morirai, avrai un posto tra quelle anime gioiose
e benedette che hai visto. Quando ti ho lasciato da solo per un momento,
è
stato fatto per questo scopo, perché
io potessi capire che cosa ne sarà
di te”.
Dopo avermi detto questo, io non volevo
assolutamente ritornare nel corpo, essendomi così
tanto deliziato con la dolcezza e la bellezza del luogo
che avevo visto e della compagnia di coloro che vi abitavano. Tuttavia, non osai
fare alcuna domanda alla mia guida, e di lì
a poco, mi ritrovai improvvisamente e senza sapere come,
vivo in mezzo agli uomini.
Ora queste ed altre cose che quest’uomo di Dio ha visto, non sono state da lui
rivelate a uomini oziosi o a coloro che vivono nel peccato, ma solo a coloro
che, essendo terrorizzati dal timore dei tormenti o estasiati dalla speranza di
una gioia senza fine, possano trarre beneficio da queste parole avanzando nella
loro religiosità.
Vicino alla sua cella viveva uno di
H'mgils,
un monaco eminente nel sacerdozio, le cui
buone opere gli davano credito: vive ancora oggi, conducendo una vita solitaria
in Irlanda, sostenendo la sua avanzata età
con pane nero e acqua. Quest’uomo si recò
spesso da lui, e facendo molte domande, venne a sapere
quello che aveva visto mentre era fuori dal corpo.
Fu in questo modo che venimmo a sapere della
sua esperienza i cui dettagli abbiamo brevemente esposto qui. Raccontò
anche delle sue visioni al re Aldfrid, uomo sapiente sotto
molti aspetti, venendo da lui ascoltato così
attentamente che la sua richiesta di entrare in monastero
venne subito accolta, ricevendone la corona per mezzo della tonsura monastica.
Quel re, tutte le volte che si recava da quelle parti, molto spesso andava da
lui ad ascoltarlo.
A quel tempo l’abate e sacerdote
Ethelwald, uomo dalla vita sobria e devota, era a capo di quel
monastero; ora occupa il seggio episcopale della chiesa di
Lindisfarne, conducendo una vita degna del suo grado.
A quell’uomo venne assegnata una dimora appartata in
quel monastero, nella quale potesse darsi più
liberamente al servizio del suo Creatore in continue
orazioni. E per tutto il tempo in cui quel luogo si trovò
sulle rive del fiume, molto spesso egli vi entrava, tanto
grande era il desiderio di fare penitenza nel corpo e spesso vi si immergeva
continuando a cantare salmi e a pregare restandovi immerso per tutto il tempo
che poteva sopportare, rimanendo in piedi, mentre le onde gli arrivavano
talvolta a metà
busto, talvolta fino al collo.
Una volta tornato sulla riva, non si
toglieva mai gli abiti bagnati e freddi fino a quando non si fossero asciugati e
riscaldati sul suo corpo. D’inverno, il ghiaccio gli galleggiava intorno, che talvolta
aveva dovuto rompere lui stesso per avere un posto in cui stare in piedi o per
immergersi, facendo dire a coloro che lo vedevano:
“Noi ci meravigliamo, fratello Drythelm
(questo era il suo nome), per il fatto che riesci a sopportare un freddo così
intenso”. Lui rispondeva semplicemente, dato che era uno spirito
sobrio e semplice:
“Ho visto un freddo più
intenso”. E quando dicevano:
“Ci meravigliamo che tu abbia scelto di
osservare una regola di continenza così
rigida”, lui replicava
“Ho visto situazioni più
dure”.